martedì 30 aprile 2013

La ditta Informatica Oggi, compie 10 anni...

Paolo Gentili, lo conosciamo e stimiamo da anni; per moltissimi motivi...

Personalmente, lo conobbi, quando rappresentavo un marchio molto debole, in zona, per il Credito al Consumo; lui, invece, ne rappresentava uno molto importante, nel settore informatico.

Trovai subito un sorriso, ed una persona molto cordiale, attenta e disponibile.
Fu così facilissimo, avviare una lunga e proficua collaborazione...

Dieci anni fa, nasceva la ditta "Informatica Oggi"; forte della grande esperienze commerciale del Titolare, ed armata di valenti tecnici, decollò immediatamente per arrivare fin qui, a festeggiare questo importante traguardo.

Dieci anni, per i nostri amici, sono un traguardo, si; ma anche un chiaro e cristallino premio !

Un premio, un riconoscimento, un tangibile tributo, che migliaia di Clienti, tra i quali aziende private, enti pubblici e privati, hanno conferito a questa Azienda locale.
Già dopo pochi mesi, infatti, lo Staff intero della Informatica Oggi erano riusciti, con le rarissime armi della competenza, della professionalità e della disponibilità , a conquistarsi la fiducia che merita chiunque, oggi come ieri, lavori mettendoci la faccia, l'impegno, e la dedizione dovuta...

Ogni Azienda, secondo noi, è una risorsa per il territorio e non solo; ne festeggiamo insieme una, che compie tra pochi il primo decennio di attività.

Buon compleanno ragazzi, da tutti noi !!!
Per Fineretum, f.to Marco Cesari

Oltre 100.000 articoli, a vostra disposizione, sul sito web della Informatica Oggi. 
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lunedì 29 aprile 2013

In cinque anni, disoccupazione raddoppiata (Adnkronos/Istat)...

Il titolo, chiarisce in maniera inequivocabile, quale sia la situazione: in cinque anni, la la disoccupazione media è quasi raddoppiata (+82,2%) !

Una persona su due che cerca lavoro è al Sud, ma in percentuale l'incremento maggiore si rileva al Nord (+121,3%)

E' quanto emerge dalle elaborazioni dell'Adnkronos, sulla base degli ultimi dati pubblicati dall'Istat sulla media annuale del numero di persone in cerca di lavoro a partire dai 15 anni.

Secondo gli aggiornamenti dell'Istituto di statistica i disoccupati, nella media annuale del 2012, sono stati 2,74 milioni; un record storico da quando, nel 1993, è iniziato il monitoraggio. 

Esaminando su base annuale i dati, emerge che lo scorso anno si è registrato un boom del numero di disoccupati, che sono aumentati del 30,2% (+636.000 unità). 

La disoccupazione a livello nazionale nel 2012 è aumentata di 4,6 punti percentuali, rispetto al dato del 2007, con punte di 6,2 punti al sud, che portano il tasso delle persone in cerca di occupazione al 17,2%. 
Va meglio al centro e al nord, come sempre, dove si registrano rispettivamente incrementi del 3,8% e del 3,9%, che fanno salire il dato complessivo al 9,5% e 7,4%.

La situazione dei giovani appare catastrofica.
A livello nazionale le nuove generazioni senza occupazione sono aumentate del 15%, arrivando al 35,3%; l'incremento maggiore riguarda il centro (+16,8 punti), dove si raggiunge il 34,7% di disoccupazione. 

La situazione migliore, per i giovani, è invece al Nord, dove 'solo' uno su quattro e in cerca di lavoro (26,6%), con una crescita comunque sostenuta (14,5 punti). 

Per trovare dei dati generali che si avvicinino alle punte toccate lo scorso anno bisogna risalire al 1998, quando le persone in cerca di lavoro erano 2,68 milioni.

Dal livello minimo raggiunto alla fine degli anni Novanta è iniziata una lenta, ma progressiva riduzione dei disoccupati, che è proseguita fino al 2007, anno nel quale le persone in cerca di occupazione erano scese a quota 1,5 milioni, raggiungendo il minimo storico.

L'arrivo della crisi ha inghiottito tutti i passi in avanti fatti lasciando per strada, in cinque anni, 1,24 milione di persone in più.


Naturalmente, in questi dati, non si tiene conto del fenomeno "atipici", un nutrito gruppo di persone, che vive nella zona "grigia", tra occupazione e non occupazione, con innumerevoli rischi in più, di rimanere senza reddito...

Qualunque confronto con gli anni passati, insomma, dovrebbe tenere conto di questo fenomeno, relativamente nuovo; da questo tipo di contratti, infatti, si può uscire molto facilmente dal mondo degli occupati. O, in alternativa, si possono avere dei rinnovi che superano anche i dieci anni, è questo, quanto abbiamo spesso rilevato e che oggi si può quasi valutare, come fortunata prospettive...

Nel complesso, comunque, è quello occupazionale, il tema cruciale del momento; interferisce nel potere di acquisto e la sopravvivenza delle famiglie.
Inoltre, non solo la possibilità di percepire un reddito, ma anche quella, sempre più tangibile per gli occupati, di poterlo, repentinamente, perdere, è elemento di forte e diffusa preoccupazione...


venerdì 26 aprile 2013

Fenomeno discount.

Qualche giorno fa, nell'audizione in Senato, alla Commissione speciale, il Presidente dell'Istat Enrico Giovannini, ha segnalato che il 12,3% delle famiglie, acquista generi alimentari negli hard discount. Un anno fa, era il 10,5%.

La tendenza, generalizzata in tutto il paese, ha avuto al nord Italia, il suo incremento maggiore.


In Italia si sono sviluppati tra la fine degli Anni 80 e l’inizio del decennio successivo. 


Secondo i calcoli di Nielsen a gennaio di quest’anno in Italia c’erano 4.615 discount. Quasi raddoppiati, rispetto a dieci anni fa.

Sempre secondo Nielsen, nel periodo tra gennaio e metà aprile 2013, il fatturato a parità di rete nei discount cresce del 2,6%. 
In tutto il sistema della distribuzione moderna (che include anche gli ipermercati, i supermercati e il libero servizio) le vendite registrano un calo del 2,3%. 
Come si vede si tratta di negozi in controtendenza. 

I discount, "vanno bene", perchè tengono i prezzi bassi, e anche perchè, si è cominciato a vendere il "fresco" (nel 2012 la frutta e verdura fanno +17,9%, il pane +11,3%, la carne e il pollame +10,4%...) 
Da tempo la qualità dei freschi è migliorata; il consumatore va al discount anche per comprare il pane. 
Negozio di Peter Griffin

De Camillis (Nielsen), comunque, conferma che non tutte le aziende del comparto, vanno bene:  tra le prime dieci insegne soltanto la metà, infatti, viaggia in positivo. Le altre stanno facendo fatica: sono quelle che hanno avuto meno capacità sul fronte della qualità offerta.
Sono pur sempre aziende, aggiungiamo noi, che debbono lavorare nel difficile contesto italiano; e, anche in zona, abbiamo potuto notare alcune chiusure, e successive riaperture con nuove insegne, come vedremo... 

Nei discount, i prezzi vengono abbattuti anche con una una semplificazione dell’offerta, con un assortimento minore: offerta che, generalmente, è pari alla metà di quello di un supermercato. 
 Il cerchio si chiude con una organizzazione studiata per contenere i costi di gestione, di logistica e legati ai servizi nel punto vendita. Un mix di caratteristiche che aumenta l’efficienza. 

Nella audizione, il presidente dell’Istat ha anche rilevato come la crisi stia modificando in profondità i modelli di consumo delle famiglie. Oltre a frequentare luoghi di distribuzione a prezzi più contenuti vengono pure ridotte la quantità e la qualità dei prodotti acquistati. 

Nel frattempo, gli ipermercati tradizionali, tengono alta la pressione delle offerte, selezionando panieri a prezzi particolarmente scontati. Non di rado, il consumatore più attento, potrà trovare di questi tempi, prodotti di marca a prezzi identici, talvolta inferiori a quelli non di marca; come sempre, occorre fare molta attenzione, insomma, alle varie offerte in corso...
Gli ipermercati, inoltre stanno puntando moltissimo, sulle private label, marche private vendute con il logo del distributore.
Si cerca di offrire qualità a prezzi più competitivi. 

In zona, come sopra specificavamo, ci sono state alcune chiusure, anche di ipermercati molto noti a livello internazionale; alcuni, hanno riaperto come discount...
Insomma, abbiamo rilevato una riconversione, verso il discount, ed il passaggio di mano, di alcuni piccoli supermarket, da un marchio all'altro. Comprensibili chiusure, e tentativi di sopravvivere ai nuovi modi di spendere del pubblico, se possiamo azzardare...
Sotto, abbiamo abbozzato una mappa dei discount locali; non è molto precisa, per varie imprecisioni rilevate nei siti istituzionali dei vari protagonisti del settore, quindi, prendetela come una bozza. 
Segnalateci quindi, inesattezze, o nuove aperture !

Discount presenti in zona
Eurospin   MD Discount   Oneprice   Todis

Altri discount
Dico   Dpiù   Penny Market   iN's Mercato   Tuodì   Lidl   



Visualizza Discount di zona in una mappa di dimensioni maggiori

Quali sono, le banche più grandi del mondo, nel 2013 ?!

Quali sono, le banche più grandi del mondo, nel 2013 ?!
Abbiamo fatto qualche ricerca, ed ecco i risultati, in termini di capitalizzazione di mercato,

RankBancaNazioneCapitalizzazione di mercato, US$b, 25/01/2013
1Industrial & Commercial bank of China (ICBC)
237.97B
2HSBC Holdings
207.34B
3China Construction Bank188.12B
4Wells Fargo & Co

185.06B
5JP Morgan Chase & Co.179.40B
6Agricultural Bank of China147.27B
7Bank of China132.85B
8Citigroup129.97B
9Bank of America125.24B
10Commonwealth Bank of Australia

105.77B
11Banco Santander

91.83B
12Royal Bank of Canada

89.18B
13Westpac Banking Corporation88.84B
14Itau Unibanco

79.62B
15BNP Paribas

77.15B
16Toronto-Dominion Bank76.08B
17Mitsubishi UFJ Financial Group (MUFG)

75.10B
18Australia and New Zealand Banking (ANZ)74.03B
19Sberbank of Russia

73.40B
20Banco Bradesco71.85B
21Bank of Nova Scotia (Scotiabank)68.85B
22Goldman Sachs Group67.89B
23National Australia Bank65.37B
24UBS AG

65.48B
25Royal Bank of Scotland Group65.23B
26Standard Chartered63.11B
27US Bancorp61.99B
28Bank of Communications60.90B
29Lloyds Banking Group59.86B
30Barclays58.45B
31BBVA56.73B
32Sumitomo Mitsui Financial49.83B
33China Merchants Bank46.77B
34Deutsche Bank AG

45.83B
35Mizuho Financial Group45.62B
36Morgan Stanley44.81B
37Bank of Montreal41.49B
38Nordea Bank

41.19B
39Credit Suisse Group38.31B
40China Citic Bank36.41B
41BOC Hong Kong
36.24B
42UniCredit SpA
36.18B
43Banco do Brasil35.89B
44Societe Generale35.17B
45Canadian Imperial Bank of Commerce33.58B
46PNC Financial Services32.72B
47Intesa Sanpaolo32.65B
48HDFC Bank Limited

32.21B
49Shanghai Pudong Development Bank31.94B
50Bank of New York Mellon31.51B



Questa classifica, vi sollecita qualche riflessione ?!
A noi, ci viene solo una domanda, ovvero: economie forti, hanno banche altrettanto capitalizzate ?!
Per alcuni casi, sembrerebbe così; quindi, Stati Uniti e Cina, le due maggiori economie mondiali, hanno molte banche, ben piazzate, in questa classifica.
In altri casi, invece, non si ravvisa questa correlazione; ovvero la forza di una economia, valutandola sul PIL, non ha pari espressioni nel mondo bancario, oppure, l'esatto contrario, ne esprime troppa...

Ad esempio, possiamo dire che l'India è la 10ma economia mondiale, ma ha in questa classifica, una banca al 48mo posto; nel ragionamento contrario, invece, il Regno Unito, che è la 7ma economia mondiale, ha più banche, con ranking migliore, rispetto alla economia (la 2da, HSBC Holdings, e numerose altre comunque nella top 50...)

A chi legge, lasciamo la riflessione su quanto, ogni paese, punti sul sistema bancario e finanziario. 
Ovviamente, esistono differenze profonde, poi, sui modelli cinesi (banche di stato), e quelli occidentali...
In pratica, non si può confrontare, forse, qualcosa di così diverso...


Per attestare l'imparzialità dei dati, valutate la fonte e le note metodologiche...
Fonte
Note metodologiche